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Rifugio Giacoletti - Monviso

ARRAMPICARE
nel MONVISO

Itinerari Sportivi
segnalati dalla
Guida Alpina Andrea Sorbino :
Rifugio "Vitale Giacoletti"

Aggiornamento: maggio 2010

ARRAMPICARE NEL MONVISO : Una scelta di itinerari stile Plaisir sulle pareti dei satelliti del MonViso; arrampicate classiche dell'alpinismo anni 50, itinerari inediti e nuove realizzazioni riproposte in chiave moderna per chi non può rinunciare ad arrampicare nei grandi ambienti di Montagna !



Itinerari Sportivi:

MonViso 3.841 m

  • - Cresta Berhault

    Punta Udine - 3022 m

  • - Alice 120-80
  • - Tempi Moderni
  • - Diedro Raffi–Rattazzini
  • - Cresta Est
  • - Pilastro orientale della Punta Udine
  • - Risiko
  • - The last “Bavorak” for Ernesto Bano
  • - Visto per il Perù
  • - Turbo
  • - Settore monotiri e palestra di arrampicata
  • - Claudio Bocco
  • - Traversata Gagliardone

    Punta Venezia - 3095 m

  • - Via dei Torrioni
  • - Dimensione Quarto
  • - Cresta Perotti
  • - Coulour Bianco e Cresta Nord-Ovest
  • - Skywalker

    Punta Roma - 3070 m

  • - Traversata Gagliardone
  • - Cresta del Colonnello
  • - Trois Rivières e Ti’ Punch

    Punta delle Traversette + 3026 m

  • - Chiaro di Luna e Mai dire Block

    Monte Granero - 3171 m

  • - Io per Te !
  • - Via Michelin-Masoero
  • mappa Giro del Viso

  • - Premessa
  • - Sicurezza
  • - Istruzioni per l’uso
  • - Materiale consigliato
  • - Avvicinamento e rientro
  • Premessa
    La particolare bellezza degli itinerari tracciati sulle pareti intorno al Giacoletti è legata innanzitutto all’ambiente di alta montagna in cui si sviluppano. A pochi minuti dal rifugio si arrampica a 3000 metri di quota su vie di 300 metri di fronte alla parete nord del MonViso sul quale si riescono a distinguere gli alpinisti arrivare in vetta. Il panorama che domina l’immensa pianura del Po spazia dalle Alpi Marittime al Cervino e al Massiccio del Rosa, offrendo scorci incantevoli in tutti i momenti della giornata.
    L’esposizione delle vie ad oriente e quindi in pieno sole fin dal suo sorgere permette un’arrampicata mattutina prima che le nebbie, provocate dall’intenso calore della pianura sottostante, salgano a lambire le vette creando un ambiente a dir poco fantomatico. Mentre per chi si attarda nel pomeriggio sarà l’ultimo sole sul Viso a illuminare il cammino.
    Ad inizio estate la neve che ancora ricopre le vaste morene sassose e gli stretti couloir crea uno spettacolare ambiente glaciale.
    La tipologia a cui appartengono gli itinerari descritti si avvicina a quella che oltr’alpe viene chiamata «Escalade Plaisir» dove al rischio e al pericolo dell’imprevedibilità della via prevale la scoperta e il piacere di arrampicare con maggiore sicurezza su di una «grande voie».
    Il percorso di una grande voie è un «Viaggio Verticale» che risveglia l’attenzione, suscita la scoperta, affina la percezione, stimola sia lo spirito che il corpo. Si tagliano i ponti con il mondo in basso, si sale. In sosta, durante i momenti di riposo il paesaggio si fissa profondamente nella memoria più che al termine di ore di contemplazione. Le grandi vie sono una scuola di concentrazione e forse anche una scuola di vita.
    Gli itinerari descritti rappresentano solo una parte di quelli esistenti, i restanti rimangono terreno d’avventura per piantare chiodi, incastrare dadi e fiutare la via.
    «E’ meglio un chiodo in più che un uomo in meno. Soprattutto quando quest’uomo, sono io» (Georges Livanos)

    Sicurezza
    L’arrampicata è uno sport pericoloso. Anche nelle palestre artificiali si sono verificati incidenti nonostante siano state prese tutte le precauzioni: nodi sulla corda mal fatti, negligenze dell’assicuratore.
    Il pericolo è evidentemente maggiore sulle vie in alta montagna: repentini cambiamenti del tempo, difficoltà di rientro, sforzo prolungato, complessità dell’itinerario, punti di assicurazione sovente più distanziati che in falesia, cadute di sassi soprattutto se una cordata vi precede.
    Oltre all’errore umano e ai pericoli oggettivi, modificazioni delle vie possono aver luogo in modo inopinato (frane oppure disattrezzatura).
    Per questo motivo teniamo a sottolineare che gli arrampicatori sono responsabili delle proprie scelte e decliniamo ogni responsabilità in caso d’incidente sugli itinerari descritti.
    Valutate bene il contesto e non esitate a rinunciare, mantenete il vostro senso critico soprattutto nei confronti dell’attrezzatura che può essere stata modificata oppure danneggiata.
    Non affidatevi ad un solo ancoraggio e considerate i nuts come un complemento e non come la base dell’assicurazione.
    Imparate le basilari manovre di soccorso (recupero del secondo, risalita con autobloccanti). Raccomandiamo, se non avete sufficiente esperienza, di avvicinarsi alle vie in montagna con un amico esperto oppure con l’aiuto di una Guida Alpina.

    Istruzioni per l’uso

  • Per divertirsi è meglio scegliere delle arrampicate adatte al proprio livello e alla propria esperienza, partire con il bel tempo, ed essere il più leggeri possibili.
  • I primi boccioli di genepy sui prati sospesi della Udine danno inizio alla stagione delle arrampicate sui “satelliti” del Viso che si conclude quando anche le placche della Nord sono state meticolosamente spazzolate.
  • Non esistono fessure tipo Capitan o Capucin ma è conveniente avere una serie di nuts e qualche friends.
  • Martello e chiodi non servono, tranne eccezioni.
  • Il sacco della magnesite solo per contenere lo schizzo della via e qualche caramella.
  • Evitate il pranzo al sacco: i custodi del rifugio vi rifocilleranno a tutte le ore.
  • Siete in montagna! Scarpe adatte, giacca a vento e casco d’obbligo.
  • Partirete prima se dormite in rifugio; dopo mezzogiorno potrebbe salire la nebbia, in basso fa troppo caldo.
  • Consigli e Topos di tutte le vie del Viso sono disponibili in rifugio, in consultazione e vendita.
  • Ad inizio stagione sono indispensabili piccozza e ramponi per raggiungere l’attacco delle vie e rientrare.
  • Non lamentatevi della continuità delle vie, guardatevi attorno.
  • Buchetti e cannelures lasciateli a Finale.
  • Un appiglio c’è sempre, forse non osate tirarlo.
  • Se pensate di essere bravi alpinisti guardate gli stambecchi.

    Materiale consigliato

  • 2 mezze corde da 50 metri, indispensabili per un eventuale rientro in corda doppia.
  • 12 rinvii e 6 moschettoni di sicurezza per l’autoassicurazione.
  • 2 o 3 anelli di fettuccia indispensabili per assicurarsi alle soste.
  • 1 anello di cordino in Dyneema o Kevlar per l’autobloccante di assicurazione durante la discesa in corda doppia.
  • Scarpette d’arrampicata comode.
  • Placchetta e secchiello oppure il reverso per l’assicurazione del compagno di cordata e per le discese in doppia.
  • Una serie di nuts e qualche friends.
  • Guanti in pelle per manovrare le corde.
  • Una borraccia di thè e un piccolo coltello.
  • Zaino da 25 a 40 litri.
  • Cartina, farmacia, pila frontale.

    Avvicinamento e rientro
    La maggior parte delle vie tracciate sulle pareti orientali della Punta Udine e della Punta Venezia si trovano a pochi minuti dal rifugio.
    La discesa si effettua in circa 1 ora su pietraia oppure su neve a inizio estate seguendo la traccia delle vie normali; raggiunto il Colle del Coulour del Porco (2920 m), si segue il percorso della via Ferrata e un ultimo breve tratto di sentiero per ritornare al Giacoletti.
    Le vie sul versante francese della Punta Roma (Ovest) si raggiungono partendo dal Rifugio Giacoletti in 1 ora e 40' percorrendo la via Ferrata del Colle del Coulour del Porco. Arrivati al colle occorre scendere sul versante francese in direzione del Rifugio Viso fin quasi al Lago Porcieroles, di qui si attraversa e si risale alla base delle vie su pietraie e lingue di neve. Individuare gli attacchi a sinistra della verticale della vetta.
    In alternativa alla via Ferrata è possibile concatenare gli itinerari della Punta Roma salendo alla Udine lungo la Cresta Est oppure Tempi Moderni.
    Dalla Punta Roma la traccia di sentiero ben segnalata della via normale riporta al Rifugio Giacoletti in 1 ora e 30’.
    Le vie alla Punta delle Traversette si raggiungono in 1 ora e 30’ dal Giacoletti seguendo il Sentiero del Postino per il Colle delle Traversette, giunti alla caserma militare si lascia a destra la traccia per il Passo Luisas e si continua sul sentiero per le Traversette; poco prima di raggiungere il Buco di Viso (2882 m) si abbandona il sentiero e si attraversa a destra verso la base dei pilastri.
    Discesa in corda doppia lungo la via di salita.
    Le vie sul Monte Granero si raggiungono in 1 ora e 40’ dal Giacoletti seguendo il Sentiero del Postino per il Colle delle Traversette, giunti alla caserma militare proseguire verso il Colle Luisas; un centinaio di metri prima di arrivare al colle abbandonare il sentiero e raggiungere l’attacco risalendo a sinistra la pietraia.
    Dalla vetta scendere per la via normale della Val Po al Colle Luisas seguendo le cenge e i couloir della cresta Est; tratti esposti, passi di 3b, ometti. Dal colle un sentiero riporta alla partenza della via, 1 ora. In caso di brutto tempo è preferibile scendere la via normale della Val Pellice (versante Ovest) e rientrare superando il Passo Seillierino e il Colle delle Traversette, un’ora e mezza.

  • Materiale curato dalla Guida Alpina Andrea Sorbino - Rifugio "Vitale Giacoletti"
    Aggiornamento: maggio 2010


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