L'alta Valle Varaita e' da sempre terra di confine, di importanza strategica sia sotto il profilo militare sia sotto quello commerciale.
La Castellata (comprensorio di Pontechianale, Casteldelfino e Bellino) fino al trattato di Utrecht, fu stretta fra due stati, il Delfinato (al quale apparteneva, potendo pero' comunicare solo nella stagione estiva a causa dell'invalicabilita' del colle durante l'inverno) e il Marchesato di Saluzzo (al quale era appartenuto fino al 1320).
Le torri e i castelli conservati in quest'area sono un forte segno delle forme di imposizione del potere e del dominio sul territorio. Infatti l'importanza strategica dell'alta valle richiedeva difese adeguate.
Sorgeva cosi' ai piedi del Monviso un nuovo castello voluto dal delfino Umberto II.
Il sito prescelto dominava il borgo di S. Eusebio, destinato ad assumere il nome di Castrum Delphini, oggi Casteldelfino.
Per la costruzione di questa fortezza siamo ben informati grazie al resoconto contabile redatto da Raimondo Chabert, presentato alla Camera Delfinale nel settembre del 1336 e oggi conservato presso gli Archivi dell'Isère a Grenoble.
Nelle strutture superstiti sono perfettamente riscontrabili le notizie dateci da Chabert.
Del castello rimane traccia dell'edificio preminente, definito "palacium", che in origine era formato da un alto palazzo suddiviso in tre piani.
Sul lato meridionale permane una finestra intagliata nella pietra, con un motivo trilobo di coronamento.
Rimangono tracce anche del recinto a fianco del palazzo dove in origine si trovano appartamenti di servizio (forno, latrina, cisterna) attiguo al castello sorgeva una torre.
Una struttura complessa quindi munita di tutte le funzioni difensive, residenziali e di rappresentanza.
Solo approfondite analisi archeologiche potranno dare ulteriori informazioni relative a questo importante monumento.