Ceramista professionista da oltre 40 anni, Guido Vigna inizia nell'80 con una produzione al tornio, smaltata con tecniche tradizionali, per passare assai presto al Raku, di cui diviene maestro ed quindi ad una produzione di pannelli, formelle, dischi, bassorilievi e sculture realizzate con svariate lavorazioni, dalle terre sigillate ai gres, dagli ingobbi ossidati ai vetri fusi nella ceramica . Oltre alle ceramiche ha realizzato sculture in bronzo, pietra, installazioni polimateriche, xilografie e pitture acriliche.
Il suo lavoro è contraddistinto da una spiccata espressività dei materiali , dei soggetti, dei colori e delle superfici, da un utilizzo di svariati linguaggi pittorici e scultorei messi al servizio di un sentire immaginifico spesso molto comunicativo.
Da anni predilige esprimersi attraverso bassorilievi, a cavallo tra pittura e scultura.
Nella sua bella esposizione si alternano pezzi di delicato lirismo a piccole sculture ironiche e ludiche, rigori astratti a derive espressioniste, informali di grande poesia a tavole di un surrealismo visionario.
Un originale stile personale basato sulla quotidiana frequentazione ceramica connette tutti suoi lavori, sia che si rivolga a problemi attuali, al suo territorio, ai sentimenti, o alle problematiche di strutturazione spaziale dell’opera.
L’artista ha rielaborato astrattismo, informale, action painting e figurazione e li utilizza come linguaggi all’interno della stessa opera traendone un’ampia libertà espressiva fresca e coesa.
Guido Vigna preferisce prepararsi da se forni ed attrezzi, terre e colori.
Inventore di nuove tecniche, tra le quali i "Rullini Ossidati", insegna da 29 anni in "Laboratorio Aperto", un insieme di corsi ceramici per amatori, operatori e professionisti, tenuti da lui e, a volte, da altri maestri della ceramica italiana.
Ha tenuto un workshop ed una personale allo Studio Clay di San Francisco in California ed per cinque hanni ha teuto uno stage di fusione del vetro sulla ceramica presso la Topferschule di Gordola, presso Locarno (CH), scuola di ceramica internazionale.
Poliglotta, sovente lavora durante i suoi viaggi in Oriente, dove sverna abitualmente: batik sull’isola di Giava, carte di riso in Vietnam, studia le antiche tecniche indiane di fusione del bronzo, presso l’atelier del grande scultore Sri Rajan nell’India del Sud.
Ora dipinge durante l'inverno in India del Sud, per poi riaprire l'atelier italiano in primavera, dove il figliolo Gianmario sta apprendendo i principi dell'arte ed ha iniziato una sua autonoma carriera espositiva.
Curriculum in breve:
La produzione artistica di Guido Vigna è stata più volte premiata, anche in concorsi internazionali di scultura come il Premio Saccarello (2° premio - Sanremo '97), il Simposio Europeo Arte e Natura (1° premio - Imperia, Berlino, Roma, Siena), il 1° premio al Concorso Sculture per i carri Fioriti 99’di Ventimiglia.
Nel gennaio 2005 s’è aggiudicato tre lotti al " Concorso Nazionale per la scelta delle opere d'arte da ubicare nel nuovo Palazzo di Giustizia di Asti ”.
Il libro "MANI DEL PIEMONTE", edito da Musumeci per conto della Regione Piemonte, scritto da Orlando Perera, con bellissime foto di Mauro Raffini, dedica parecchie pagine alla sua attività ceramica.
Sempre la Regione Piemonte, con l'Associazione Culturale MARCOVALDO, ha proposto i suoi lavori al Piemonte Artistico di Torino, nel novembre 2.000 e nel 2008.
Una cinquantina le sue personali, spesso promosse da Regioni, Province, Comuni, associazioni di prestigio, in Italia ed all'estero.
Nel 2002 inaugura con Michelangelo Tallone, la rassegna “INCONTRI CON L’ARTE” alla SALA C del Palazzo dei Congressi della PROVINCIA di CUNEO ed espone contesto di "Città della Pace - 120 eventi", nella Basilica di Santa Maria degli Angeli in Roma, col patrocinio del Presidente della Repubblica e del Pontificio Consilio de Cultura.
E’ stato organizzatore e curatore di varie mostre e rassegne, l’ultima delle quali la Rassegna di Pittura e Fotografia “ARTE AL CLUB JAZZ” per il 2004.
Vigna alterna periodi di ricerca in laboratorio a un' intensa attività espositiva.
Una delle sue KALOSTRUTTURE, lavori sulle “energie”, presentato alla mostra a San Giovanni in Borgo Vecchio a Fossano nel 2007 è stato selezionato da una giuria internazionale per il KITSA, the 2nd International Triennial of Silicate Arts (cemento, vetro e ceramica) che premia le innovazioni tecnico - estetiche in questi campi. Una settantina le opere provenienti da tutto il mondo presentate nella palazzo liberty Cifra Palota di Kecskemét, città d’arte ungherese, nel maggio 2008. Per approfondimenti: www.kitsa.org
Le sue opere sono sempre esposte nel suo atelier di San Bernardo di Cervasca, presso Cuneo, visitabile previa telefonata od e-mail. 0171 611388.
Qui ogni anno si tiene una mostra – festa in cui Vigna presenta gli ultimi lavori.
Tutti gli amanti dell’arte e della ceramica contemporanea sono invitati.
Potete vedere le sue opere recenti su questo sito o cercando guido.vigna su Flickr, o cliccando qui: https://flic.kr/s/aHsjYCjmvo
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L'ARTE DELLA CERAMICA
L'intenso, vitale, creativo cammino di Guido Vigna mette in evidenza il senso di un'esperienza intimamente legata alla ceramica, alla fusione tra materia e colore, alla capacità di realizzare un'opera altamente suggestiva.
Nel suo studio a S.Bernardo di Cervasca, nel cuneese, prendono forma e consistenza e valore espressivo composizioni che attestano la sua volontà di tradurre le interiori intuizioni in una direzione in cui - sottolinea Vigna - "La ceramica ha pur sempre qualcosa di sacro… I popoli antichi ci inviano attraverso il tempo lettere di terracotta…".
E in queste "lettere" si ravvisa, pagina dopo pagina, l'evoluzione della società, delle strutture architettoniche, del linguaggio dell'arte.
Da questo straordinario diario Vigna ha colto l'essenza di un dialogo continuo con la realtà circostante, con gli oggetti quotidiani, con le tecniche mediante le quali trasforma la materia in frasi musicali, in linee fluenti e armoniose, in vivaci accostamenti cromatici.
E il suo discorso è caratterizzato da una "scrittura" che da certe cadenze surreali è approdato a una contenuta gestualità, a un controllato astrattismo, mentre in alcune occasioni ha recuperato i momenti del dettato informale.
In tale direzione, Vigna ha conferito una nitida linearità alle sue sculture, che si ergono nello spazio come totem o forme simboliche e spirituali ("Gran Mediterranea") o, ancora, in singolari sviluppi verticali ("Condominio 3").
Terracotta e ossidi, semigres e vetro, bronzo e raku, rappresentano i materiali e le tecniche impiegate da Vigna pe r conferire una personale identità al proprio lavoro che, in ogni caso, mantiene inalterato il fascino di un' "invenzione", mai scontata, ma sicuramente frutto di una elaborazione resa possibile da una non comune manualità: "Gli strumenti del "fare" - sottolinea Vigna parlando della tecnica raku - sono pinze e ferri per maneggiare, carta, legni, trucioli, o erbe per dosare la velocità di raffreddamento e determinare colore e aspetto.
Una vetrina azzurra diventa rosata se coperta da un mazzetto di ortiche. Con dei trucioli secchi di abete un verde vira in giallo, in bruno, in un rosso dai riflessi ramati".
In questi anni, l'artista ha ottenuto una serie di significativi risultati, di riscontri nell'ambito della sperimentazione, di riconoscimenti come il secondo premio al Concorso di Scultura Saccarello del 1997 o il primo premio al Simposio Europeo Arte e Natura del 1998, il workshop tenuto alla Stuido Clay di San Francisco in California e, presentata ad Artissima '99, a Torino, la mostra "Ovazione", accompagnata dal catalogo Electa.
La lirica composizione "Il mare dentro", in semigres, ossidi e vetro, il segno e il dato cromatico di "La danza del molteplice", raku, i piatti che sembrano riportare incise le lettere di un antico alfabeto, racchiudono alcuni degli aspetti dell'opera di Vigna e di quel suo essere autore attento alle "correnti" dell'arte contemporanea, alla strenua energia della materia e del fuoco.
E dal fuoco nasce l'itinerario di Vigna, la sua visione dell'esistenza, la continua evoluzione di un "dire" sempre più segnato da una poetica che è insita in questo suo mondo dalle surreali cadenze, da certe soluzioni ludiche, da superfici che restituiscono l'incanto della luce atmosferica.
Vi è nella ceramica di Vigna la sua insinuante ironia, la spontaneità di un gesto che elabora una "Stele" e una "Nuvola" e uno "Strumento musicale", la freschezza di un'interpretazione del mare e di filiformi figure rese con il filo di metallo.
In ogni caso, appare del tutto evidente che la poliedrica scansione dei suoi lavori attesta un percorso creativo che ha suscitato un determinante interesse in occasione delle presenze al Palazzo Comunale di Dogliani e al Circolo Culturale "Marcovaldo" a Caraglio, alla Galleria Portarose di Garessio e alla collettiva "Il Re di pietra" alle sorgenti del Po.
Un percorso, quindi, che sottolinea l'impegno di Vigna, la forza di un linguaggio che, di volta in volta, muta e si trasforma e trova nuove soluzioni per stabilire un preciso rapporto con lo spazio.
E nello spazio le sue ceramiche assumono una valenza filosofica, una sospensione psicologica, un'immediata relazione con l'osservatore che, al di là dei contenuti concettuali e ambientali, ravvisa l'indiscussa qualità si una ricerca sostenuta dalla consapevolezza che - ha detto in un'intervista l'artista - "nella scultura vera e propria ritrovo quella libertà che da sempre ricerco…".
Una libertà che costisuisce il risultato di un lavoro che, "nelle sue grandi crisi e nei suoi grandi entusiasmi e soddisfazioni, mi fa conoscere profondamente me stesso e mi mette costantemente in discussione…".
Manualità e creatività, intuizioni e gioco, in una dimensione che esalta l'accensione del colore, scava la materia per trarne le interiori rispondenze, traccia segni antichi come antica è la terra e i suoi simboli.
Angelo Mistrangelo
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THE ART OF CERAMICS
His compositions take shape in his studio at S.Bernardo of Cervasca , in the province of Cuneo, where they acquire substance and expressive value, proof of his will to interpret spiritual intuitions in a way in which – underlines Vigna – “There is always something somewhat sacred in the art of ceramics ….. “Ancient peoples have handed down letters of clay through the centuries…”.
Page after page, these letters unfold the evolution of society, of architectural structures, of the language of art.
From this extraordinary diary, Vigna has wisely captured the essence of a continual dialogue with the surrounding reality, with daily objects, with techniques through which he transforms matter into musical phrases, into fluid and harmonious lines, into the matching of bright colours.
His subjects are characterised by a “script” which, from certain surreal hints, has lead to a contained gestural quality, a controlled abstractionism, whereas on some occasions he has restored hints of informal dictation.
In this sense, Vigna has given his sculptures a distinct linearity, which rise into space like totems or symbolic and spiritual shapes (“Gran Mediterranea”) or even in singular upright developments (“Condominio 3”).
Clay and oxides, semigres and glass, bronze and raku, represent the materials and techniques used by Vigna in order to give his work a personal identity which, in any case, maintains the unaltered charm of an “invention”, never underestimated, but surely the result of an elaboration made possible by a rare manual skill – “The tools for the “making” – emphasises Vigna explaining the raku technique – are pliers and tools for handling and paper, wood, shavings or herbs for dosing the cooling velocity and determining colour and aspect. A blue glaze becomes rose-coloured if covered with a bunch of nettles. Dry fir shavings turn green into yellow, into brown or into red with highlights of auburn”.
In the last few years, the artist has obtained a series of significant results, of confirmations in the experimenting sector, of awards such as second prize at the “1997 Saccarello Sculpture Contest” or first prize at the “1998 European Art and Nature Symposium”, the workshop held at the San Francisco Clay Studio in California….
….and presented at “Artissima 1999” in Turin, the “Ovazione” exhibition, accompanied by the Electa catalogue.
The lyric composition “Il mare dentro”, of semigres, oxides and glass, the colour detail and sign of “La danza del molteplice”, Raku, the plates which seem to have the letters of an ancient alphabet inscribed on them, include some of the aspects of Vigna’s work and of his being an author mindful of the “trends” of modern art, of the valiant energy of matter and fire.
And it is from fire that Vigna’s itinerary and his vision of existence are born, together with the continual evolution of a “saying” identified more and more by poetics, inborn in his world of surreal tendencies, by certain solutions of play, by surfaces which reclaim the charm of atmospheric light.
Vigna’s ceramics reveal his subtle form of humour, the spontaneity of a gesture elaborating a “Stele”, a “Cloud”, a “Musical instrument”, the fresh interpretation of the sea and of thread-like figures created with wire.
Nevertheless, it appears altogether evident that the versatile scansion of his works confirms a creative itinerary which aroused a decisive interest of those present at the Palazzo Comunale (Town-hall) of Dogliani and at the Circolo Culturale (Culture Centre) “Marcovaldo” in Caraglio, at the Galleria Portarose of Garessio and at the gathering “Il Re di Pietra” at the sources of the Po.
An itinerary, therefore, underlining Vigna’s commitment, the power of a language which alters and changes from time to time, finding new solutions to establish a precise relationship with space.
And it is in space that his works take on a philosophic vein, a psychological suspension, an immediate liaison with the observer who, apart from the conceptual and environmental contents, perceives the indisputable quality of a research carried out on the awareness – said the artist during an interview – that “in real sculpture, I find that freedom I have always longed for…”. A freedom replacing the result of a work which, “ in its great crises and exhilarating enthusiasms and satisfactions, gives me a profound vision of myself, putting me constantly under discussion…”.
Manual and creative abilities, intuition and play, in a dimension giving way to the lighting of colour, hollowing out matter to achieve inner harmonies, tracing ancient signs, ancient as the earth and its symbols.
Angelo Mistrangelo
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DIE KUNST DER KERAMIK
In seinem Atelier in San Bernardo di Cervasca, in der Umgebung von Cuneo, nehmen Kompositionen feste Form und Ausdruck an, die seinen Willen bezeugen, die inneren Intuitionen so umzusetzen, wie Vigna selbst beschreibt: “Die Keramik hat immer etwas Heiliges an sich…Die Völker der Antike überliefern uns Briefe aus Terrakotta…”
In diesen “Briefen” erkennt man, Seite nach Seite, die Entwicklung der Gesellschaft, der architektonischen Strukturen, der Sprache der Kunst.
Diesem außergewöhnlichen Tagebuch hat Vigna das Wesen eines ständigen Dialogs mit der umliegenden Realität entnommen, mit den alltäglichen Gegenständen, mit den Techniken durch die er die Werkstoffe in musikalische Phrasen, in fliessende, harmonische Linien, in lebhafte Farbkombinationen umwandelt.
Sein Gespräch ist durch eine “Schrift” gekennzeichnet, die ausgehend von bestimmten surrealistischen Kadenzen eine massvolle Gestik, einen gezügelten Abstraktismus erreicht, aber auch hin und wieder Momente des informellen Diktats wiederfindet.
Auf diesem Weg hat Vigna seinen Skulpturen eine klare Linearität verliehen; sie erheben sich im Raum wie Totempfähle, symbolische und geistige Formen (“Gran Meditteranea”) oder werden zu einzigartigen vertikalen Entfaltungen (“Condominio 3”).
Terrakotta und Oxide, Halbsteingut und Glas, Bronze und Raku zählen zu den von Vigna eingesetzten Werkstoffen und Techniken, um den eigenen Werken eine besondere Identität zu verleihen, die jedoch in jedem Fall den Reiz einer “Erfindung” in sich birgen, die nie vorausgesetzt ist, sondern das Ergebnis einer besonderen manuellen Verarbeitung darstellt: “Die Instrumente zum Gestalten – sagt Vigna in einer Äusserung zur Raku-Technik – sind Zangen und Werkzeuge, Papier, Holz, Späne oder Kräuter, um die Abkühlgeschwindigkeit zu regeln und, um Farbe und Aussehen festzulegen. Eine hellblaue Glasur wird rosa, wenn man sie mit einem kleinem Bündel Brennessel überdeckt. Mit trockenen Tannenholzspänen wird grün zu gelb, braun oder rot mit kupferähnlichen Reflexen”.
In den letzten Jahren hat der Künstler einige bedeutende Ergebnisse, Bestätigungen beim Experimentieren und Anerkennungen erhalten, wie der zweite Preis beim Skulpturwettbewerb Saccarello 1997 oder der erste Preis beim Europäischen Symposium Kunst und Natur 1998, beim Workshop im Studio Clay in San Francisco, Kalifornien, und bei Artissima 99 in Turin, seine Ausstellung “Ovazione” mit dem Electa Katalog.
Die lyrische Komposition “Il mare dentro” aus Halbsteingut, Oxiden und Glas, die chromatischen Zeichen in “La danza del molteplice”, Raku, die Teller, die in sich ein antikes Alphabet eingeprägt zu haben scheinen, umfassen einige der Aspekte von Vignas Werken und seiner schöpferischen Eigenschaft, ständig auf die zeitgenössischen Kunstströmungen und die unermüdliche Energie der Materie und des Feuers achtzugeben.
Aus dem Feuer ergibt sich auch Vignas Weg, seine Weltanschauung, gekennzeichnet durch die ständige Entwicklung eines immer stärker durch Poetik geprägten “Sagens”, in seiner Welt der surrealistischen Kadenzen innewohnend, durch spielerische Lösungen und Oberflächen, die den Zauber des atmosphärischen Lichts widerspiegeln.
In Vignas Keramik können wir auch seine einschmeichelnde Ironie entdecken, die Spontaneität einer Geste mit der er “Stele”, “Nuvola” oder “Strumento musicale” erzeugt, die Frische einer Interpretation des Meeres oder die fadenförmigen Figuren aus Metalldraht.
Die Vielseitigkeit seiner Arbeiten zeugt deutlich von einem kreativen Weg, der ein besonderes Interesse bei seinen Ausstellungen im Rathaus von Dogliani, im Kulturzentrum “Marcovaldo” in Caraglio, in der Galerie Portarose in Garessio und der Kollektivausstellung “Il Re di pietra” an der Quelle des Flusses Po erweckt hat.
Ein Weg, der das Engagement von Vigna hervorhebt, die Kraft einer Sprache, die sich von Mal zu Mal verändert und wandelt und neue Lösungen findet, um ein bestimmtes Verhältnis zum Raum aufzubauen.
Im Raum nehmen seine Keramikwerke philosophischen Wert an, einen psychologischen Ansatz, eine sofortige Beziehung zum Beobachter, welcher jenseits der konzeptuellen und räumlichen Inhalte die zweifellose Qualität einer bewussten Suche erkennt, wie der Künstler in einem Interview sagt: “in der echten Bildhauerkunst finde ich die Freiheit nach der ich schon immer gesucht habe…”.
Eine Freiheit, die das Ergebnis einer Arbeit prägt, welche “es mir in den Zeiten tiefer Krise und in denen grosser Begeisterung und Befriedigung ermöglicht, mich besser kennenzulernen und mich ständig in Frage zu stellen…”.
Handfertigkeit und Kreativität, Intuitionen und Spiel, in einer Dimension, die das Entzünden der Farbe hervorhebt, den Werkstoff erforscht, um ihm innere Entsprechungen zu entnehmen, Zeichen umreisst, die antik sind wie es die Erde und seine Symbole sind.
Angelo Mistrangelo
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LA TECNICA DEI RULLINI OSSIDATI
La natura della terra è il ricevere.
Essa registra tracce ed impronte di tutto ciò che le succede. Primo nastro magnetico dell'umanità, su di lei leggiamo segni, immagini, racconti, dati, storie di battaglie e di dei, di eroi e di profeti, riti, propiziazioni e studi, quanti covoni di grano pagarono i sudditi al sovrano, la ditata distratta dell'apprendista ed il tocco felice del maestro.
A volte, guardando un vaso in un museo, mi chiedo se chi l'ha fatto non sia lì dietro la porta, ne percepisco il carattere, lo stato d'animo, quasi il respiro: la terra registra in modo fresco.
Così quando lavoro una lastra d'argilla penso sovente come potrà percepirla un uomo fra molti secoli. Non è soltanto un oggetto nello spazio, ma anche nel tempo.
Questo non ne aumenta l'importanza, migliaia di altre cose resteranno, ma dilata e eleva la situazione. La tecnica del "Rullino ossidato" è nata da questo.
Quello che a me può sembrare dettaglio quotidiano ed insignificante potrebbe essere illuminante. Per cui trovare l'immagine da sintetizzare su di un rullino che possa definire un'emozione, una situazione, un evento, una caratteristica del tuo tempo o del tuo cuore, diventa un'indagine approfondita sul senso delle cose e del mondo intorno a te. Cerco sovente di registrare la cosa come dato di fatto, analisi economica stile Camera di Commercio, dato "oggettivo" senza presa di posizione. Ma a questa, un po' arida definizione, aggiungo (o ci provo) una soggettiva poesia del colore e della superficie.
L'intenzione è che ne esca un pezzo significante, poetico ed intelligente, sufficientemente chiaro da essere compreso e sufficientemente libero da essere spunto di emozioni e libere riflessioni.
Mi piace che gli uomini guardino i pezzi con il cuore ed il cervello e li tocchino con le mani.
I rullini danno alla superficie del pezzo un segno dolce e convesso. Diversamente da una scalfittura o da un'incisione, più tragiche e sofferte, più adatte ad una denuncia, ad un espressionismo violento.
Il segno in rilievo è sensuale, resta chiaro su fondo scuro, è tattile, ha un'ombra morbida. Parla con voce pacata a chi ha il tempo di ascoltarlo.
Non per questo è pura seduzione: nei rullini passa tutto ciò che vivo e che succede intorno a me: dalle feste alle discariche, dal Castelmagno ai maiali, dalla musica all'immigrazione, dall'economia alla guerra, dalla poesia visiva al cicloturismo, dall'India a Cervasca e così via.
L'alternarsi dei rullini sulla superficie d'argilla crea nuove storie, situazioni, contrasti rivelatori.Una sorta di inevitabile globalizzazione ceramica, un dialogo tra simboli.
A volte ne esce una definizione di un territorio, la magia di un luogo, l'allegria di una situazione o la sua assurdità.
Usavano rullini e timbri molti popoli antichi, gli Egizi e gli Etruschi ad esempio.
La necessità di dare al sintetico rullino una vibrazione poetica, mi ha portato però ad abbinarlo al colore dell'ingobbio (terra liquida colorata) e alla brunitura con ossidi. Questa miscela di tecniche dà origine a pezzi molto coerenti ed ha grandi possibilità espressive.
Dopo una lunga messa a punto, è piaciuta molto e, grazie anche ai corsi, ha ora una sorprendente diffusione dovuta alla sua praticità, immediatezza e potenzialità espressiva e già viene ampliata da bravi ceramisti secondo personali esigenze creative.
Come spesso succede nell'artigianato e nella ricerca, l'arrivare a mettere a punto una pur semplice tecnica passa attraverso una enorme quantità di prove e di errori, anzi forse la cosa più difficile è trovare una tecnica semplice.
La tecnica del "Rullino Ossidato" dà la possibilità di lavorare sull'opaco a bassa temperatura e con una sola cottura, conferendo al pezzo una vibrazione che da soli rullo od ingobbio non avrebbero. I pezzi presentano da un lato l'aspetto primario della ceramica arcaica e dall'altro entrano in sintonia con i linguaggi visivi contemporanei.
Tra i primi ad apprezzare questi lavori furono i californiani dello Studio Clay di San Francisco. Mi offrirono uno studio per un mese in cambio di uno stage su pannelli e rullini. Poi furono gli artisti europei Sosno, Doris Seeberg e Pippo Spinoccia di Brera, che li premiarono al Simposio Europeo "Arte e Natura" dell' Istituto Italo-Tedesco di Imperia insieme ad un'installazione polimaterica di otto metri.
Avevo fatto il primo rullino per riportare una greca tribale del Camerum a mo' di cornice sulla porticina di un tabernacolo, per una chiesa nella giungla.
I "rullini ossidati" quindi, sono nati dal mondo ed ora li sto utilizzando nel tentativo di parlare del mondo con lucidità, ironia e poesia.
Essi vogliono dare immagini dell'odierna avventura umana, rappresentazioni a volte benevole, a volte corrosive, ma pur sempre ludiche, compassionevoli e speranzose.
guido vigna
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