Le origini e la storia
Peveragno Si trova a dieci chilometri da Cuneo ed è rinomato per la
produzione dei piccoli frutti.
I beni artistici e ambientali
Entrando in Peveragno da Cuneo e percorrendo la via principale si incontra,
la Parrocchiale di San Giovanni Battista, risalente al 1770 e
opera del Nicolis di Robilant.
Particolarmente interessante è lo stemma in pietra della famiglia Grimaldi
(1657), conservato in sacrestia, recante
scolpiti due soli raggianti alternati a due
riquadri a scacchi.
Il campanile, in stile gotico era probabilmente una delle torri del
borgo medioevale.
Altre tracce del sistema difensivo del
castrum son rilevabili nell'Arco del ricetto
(XIV-XV secolo), il monumento più noto di Peveragno.
La Chiesa della confraternita di San
Pietro in Vincoli venne iniziata dall'architetto Francesco Gallo nel 1733 e ter-
minata dopo la sua morte a opera probabilmente del figlio; presenta una sem-
plice facciata in cotto a due ordini leggermente arretrata alle estremità.
Oltre la chiesa, la via è fiancheggiata
da antichi e stretti portici estremamente
caratteristici.
In piazza Santa Maria bisogna segnalare un'alta colonna recante alla sommità
una bella croce in marmo, con lo stemma dei certosini, proveniente dalla Cer-
tosa di Pesio e, nei pressi dell'omonima parrocchiale, il monumento a Vittorio Bersezio, scrittore peveragnese, ese-
guito nel 1904 dallo scultore Leonardo
Bistolfi.
L'antichissima Chiesa di Santa Maria
del Paschero si presenta in forme
settecentesche.
Il nucleo più antico del paese presenta
rustiche case nobilitate dalle cornici in
pietra e in cotto dei portali su cui spiccano disegni geometrici e motivi
decorativi in rilievo.
Alcuni edifici hanno portici con volta a
crociera, sorretti da rozzi e tozzi pilastri
quattrocenteschi.
Il bell'edificio del Municipio, in stile
neoclassico, sorge nell'omonima piazza:
qui si trova inoltre il monumento al peveragnese Pietro Toselli opera di Ettore Ximenes
(1899).
Ai primissimi anni del Novecento risale la costruzione del piccolo Santuario
della Madonna della Divina Provvidenza, circondato da un
porticato. Il dipinto dell'altare maggiore, raffigurante la Madonna della Divina Provvidenza, è stato realizzato dal
pittore Giovan Battista Arnaud, di Caraglio.
Economia.
Da alcuni decenni l'agricoltura tradizionale è stata
affiancata da nuove colture: della fragola, del ribes e dei lamponi,
che hanno saputo trovare, negli altipiani ai piedi della Bisalta, l'ambiente
ideale per il proprio sviluppo.
Attualmente il comune è uno dei più importanti centri di produzione nazionale.
Notevole importanza rivestono sia la frutticoltura tradizionale sia le colture
cerealicole.
L'allevamento del bestiame può contare su di un considerevole numero di capi
che offrono parte del latte necessario al locale caseificio.
Discretamente sviluppato è il turismo "verde" che si avvale dei gradevoli
percorsi offerti dai numerosissimi sentieri e mulattiere che percorrono le valli
della Bisalta raggiungendo i comuni vicini.