(prov. Cuneo)
Piemonte - Italia
Comune di Castelmagno
tel. 0171 986110
castelmagno@ruparpiemonte.it
Abitanti 152
Superficie kmq 49,98
Altitudine m 1141
Denomi. abitanti: Castelmagnesi
Festa patron.: S.Magno - 19 Agosto
Frazioni e Località:
Campomolino, Chiappi, Chiotti, Colletto, Einaudi e Nerone.
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Chastelmanh (Castelmagno) con le sue quindici frazioni: Chandamoulin, Niroun, Quiot, Quiap, Tech, Arbouno, Inaout, Coulet, La Crous, Albrè, Chandarfei, Valliera, Batouira, Cauri, Rulavà, il suo Santuario dedicato a S. Manh (S. Magno) martire, es granges (le sue baite) Pirounet, Fourest, Chimou, Enfernet, appartiene alla regione occitana, regione compresa geograficamente tra le Alpi, i Pirenei, il Mediterraneo e l’Atlantico francese.
L’Occitania è una delle così dette “Nazioni Proibite” d’Europa. Non ha mai costituito, nella sua intierezza, uno stato unitario, ed è pertanto identificabile solamente con criteri socio-linguistici.
Lo spopolamento, prodotto dalla corsa all’industrializzazione degli anni 50-60, ha ridotto a cinque le frazioni costantemente abitate: Campomolino, Chiappi, Chiotti, Nerone, Colletto, Einaudi.
Come avrete notato non esiste un paese vero e proprio denominato Castelmagno, esso è riferito all’intero territorio comunale.
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Chiotti
Colletto
Campomolino
Chiappi
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Il paese di San Magno
Il paese prende il nome da un castello di forma quadrata, con quattro torrioni agli angoli, di cui rimangono poche tracce nella borgata Colletto. Il luogo doveva essere noto ai romani, che vi lasciarono un'"arula" dedicata a Marte, ora murata sul retro del suo famoso santuario. La sua storia, comune a quella dell'intera valle Grana, è legata al vescovo di Torino, a Cuneo e alle sorti degli angioini, dei marchesi di Saluzzo e dei Savoia. Al rinomato Santuario, dedicato a San Magno, eroe delia mitica Legione Tebea, protettore del bestiame, accorrono ogni anno,particolarmente il 19 agosto, festa del patrono , pastori margari e gente comune per presenziare ai festeggiamenti.
A Castelmagno opera il Centro occitano di cultura “D. Dalmastro” un’associazione che da oltre trent’anni si adopera per la tutela e la valorizzazione della lingua occitana.
Castelmagno con delibera del consiglio n° 15 del 1/4/2000 ha sancito la sua appartenenza alla minoranza linguistica storica occitana. Questo è stato possibile grazie alla legge n°482 del 15/12/1999 che attua l’articolo 6 della Costituzione italiana.
Economia.
Il nome di Castelmagno è soprattutto legato alla produzione artigianale dell'omonimo formaggio,che costituisce, con il turismo, una notevole risorsa per la valle.
Nell’ultimo decennio sono altresì comparsi laboratori artigianali specializzati nella tessitura manuale a telaio, nella lavorazione del cuoio, nella scultura del legno e ultimamente nella produzione dei biscotti artigianali.
Cose da Vedere :
Il Santuario di San Magno
Il Santuario di San Magno , come lo si vede oggi, fu costruito tra il 1704 e il 1716, ma conserva documenti artistici precedenti di notevole interesse. La Cappella Allemandi contiene affreschi della seconda metà del XV secolo attribuiti a Pietro da Saluzzo, pittore noto come "Maestro del Villar". Un'altra cappelia, detta "Cappella vecchia", fu integralmente affrescata da Giovanni Botoneri di Cherasco nel 1514. Gli affreschi occupano 17 scomparti, che narrano la condanna e la passione di Gesu' a partire dal suo ingresso trionfale in Gerusalemme. Interessante è la rappresentazione dei sette martiri tebei: San Magno al centro, con San Maurizio, San Costanzo, San Ponzio, San Chiaffredo, San Daimazzo, San Pancrazio.
Degna di attenzione è la ricchissima collezione di ex voto.
Sul territorio sono presenti due musei, quello “Dal Travai d’isì” in fraz. Chiappi, dedicato agli attrezzi del lavoro e quello della “Vita d’isì” in fraz. Colletto, improntato sulla memoria della vita quotidiana con una sezione particolare dedicata ai “lustrascarpe”.
L’ambiente naturale
Per gli appassionati di escursionismo a Castelmagno è presente una fitta rete di sentieri.
Degne di segnalazione sono l’escursione all’ormai famoso antico villaggio abbandonato di Narbona e la visita alle vecchie borgate di Valliera, Battuira e Campofei, ricche tipici e puri esempi di tipologia insediativa montana, con imponenti colonne circolari e caratteristici comignoli coi bocchi dei fornelli decorati con pietre disposte a raggiera.
Per gli amanti dell’alta quota si consiglia la risalita ai monti Tibert e Tempesta, dai quali, nelle giornate di cielo terso, è possibile un’imponente vista sull’arco alpino e sulla pianura piemontese.
A poca distanza da essi ci si può rinfrescare entrando nel “Pertus d’la Patarassa”, la grotta del ghiaccio perenne.
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